0
0,00  0 prodotti

Nessun prodotto nel carrello.

Civiltà umane e argilla

Molto spesso gli antichi insediamenti umani sono sorti nei pressi di affioramenti naturali di argilla

Geologa, insegnante, ceramista

Salerno, Italia

Amalia Ferrigno

A brevissima distanza da Salerno, in località Fratte, sorse un insediamento prima etrusco e poi sannitico

L’argilla è la materia prima per la produzione della ceramica, fin dalla preistoria. Molto spesso gli antichi insediamenti umani sono sorti nei pressi di affioramenti naturali di argilla. Questa scelta risultava utile sia per la produzione di oggetti ceramici di uso comune sia per la possibilità di scambi con altre popolazioni. A differenza di altre risorse minerali molto più scarse, come l’ossidiana o la selce, l’argilla si ritrova con maggiore frequenza. Ma qual è l’origine geologica dell’argilla?

ORIGINE DELLE ARGILLE 

Esistono argille che si sono formate per argillificazione, cioè alterazione fisico-chimica di altre rocce, ad esempio lave vulcaniche, nello stesso posto dove ancora oggi si ritrovano, oppure poco lontano. Esistono argille invece che dopo la formazione hanno viaggiato insieme ad altri sedimenti, trasportati dai corsi d’acqua fino al mare, ad una laguna oppure ad un lago. Poi le particelle sottili si sono depositate sul fondo, stratificandosi. E’ esperienza comune ai ceramisti che le particelle di argilla tendono a restare in sospensione per lungo tempo grazie alle loro proprietà elettrostatiche e al loro basso peso specifico e che si depositano per gravità solo dopo i ciottoli e la sabbia. Queste argille hanno compiuto quindi un lungo, a volte lunghissimo viaggio, per raggiungere il bacino di sedimentazione. Sono poi ritornate sulla terra emersa dove ora le ritroviamo, milioni di anni dopo la loro formazione, spinte dalle immani forze geologiche. Sono queste le argille di bacino. Le argille possono anche formare abbondanti depositi lungo il corso dei fiumi, se l’energia di trasporto dell’acqua improvvisamente diminuisce, come durante un periodo di magra del fiume seguito ad una forte piena. Sono le argille alluvionali.

ARGILLE E INSEDIAMENTI UMANI

L’Italia è estremamente ricca di depositi di argilla e la Campania in particolare è tra le regioni a maggior concentrazione di aree archeologiche connesse a centri di produzione ceramica. Sono presenti in Campania i tre tipi di argilla: le argille piroclastiche nei pressi delle aree vulcaniche, quelle alluvionali lungo il corso dei principali fiumi e quelle di bacino, le più antiche, che costituiscono i depositi più abbondanti. Osservando la cartina della Campania possiamo renderci conto della quantità di siti archeologici, in prossimità di ciascuno dei quali è possibile individuare un’area di possibile estrazione dell’argilla per i bisogni locali, fermi restando gli interscambi commerciali con le altre città per i manufatti più pregiati. Si va dalla preistorica cultura del Gaudo in Penisola Sorrentina all’antica Caudium nel Sannio. In Irpinia le argille della valle dell’Ufita e dell’Ofanto sono connesse alle officine di Calitri e Ariano, mentre nel casertano i depositi della valle del Volturno sono collegati all’antica Cales e alla zona di Piana del Monte Verna. Anche vicino Agropoli e Paestum e nella località Velina, nei pressi dell’antica Elea/Velia, sono presenti piccoli affioramenti e tracce di antiche fornaci. Nell’isola d’Ischia sono presenti depositi sfruttati fin dall’antichità. (1)

FRATTE CITTA’ ETRUSCA

A brevissima distanza da Salerno, in località Fratte, sorse un insediamento prima etrusco e poi sannitico (forse l’antica Irnthi), tra la fine del VI secolo a.C. ed il III secolo a.C. Sorgeva vicino ad un’ansa navigabile del fiume Irno che la metteva in comunicazione col mare. Faceva parte delle colonie etrusche dell’Italia meridionale insieme a Pontecagnano e Capua e manteneva rapporti costanti con la madrepatria. Probabilmente doveva la sua fortuna anche agli abbondanti depositi di argilla di buona qualità che si potevano trovare nei pressi. Infatti sono state rinvenute nel sito ben due fornaci a pianta circolare e vasche per la decantazione dell’argilla, insieme a numerosi strumenti, quali pressatoi, lisciatoi, distanziatori di fornace, mantici, oltre a numerosi scarti di cottura. Tutto ciò testimonia la presenza delle diverse fasi della lavorazione della ceramica, dal ciclo di depurazione dell’argilla fino a quello di cottura degli oggetti. Il sito è in parte visitabile, mentre i reperti provenienti dall’antico abitato, dall’acropoli e dalle numerose tombe formano una ricca collezione esposta al Museo archeologico provinciale di Salerno. Secondo quanto riportato in rif.(2), “di notevole interesse è il rinvenimento, durante gli scavi degli anni ’50, di una fornace, la quale unitamente al notevole numero di matrici, distanziatori e lisciatoi per l’argilla, attesta la presenza di una attività artigianale ceramica locale”.   

LE ARGILLE DI SALERNO

Approfondiamo ora il discorso sul deposito di argille bacinali situato vicino Salerno. Fa parte della formazione geologica delle “Argille ed argille siltose di Salerno”. La successione di tali rocce argillose “si è deposta in ambiente marino dapprima mediamente profondo ed a salinità normale e successivamente caratterizzato da una minore profondità, salinità più spinta e circolazione delle acque più ristretta con a tratti condizioni di parziale isolamento (facies di lago – mare”) (3). L’età dei depositi, dedotta dai microfossili presenti, va da 5,3 a 11,6 Milioni di anni (Tortoniano – Messiniano inferiore, periodo miocenico dell’era Terziaria).

Le argille suddette affiorano in superficie, quindi sono visibili in diversi punti: in località Ceramiche D’Agostino e Il Casone, ad 1 km ad est di Brignano, frazione di Salerno, e nelle cave attualmente dismesse localizzate nei pressi di Montecorvino Rovella. A Brignano un piccolo lago, detto “u fuosso ra creta” si è formato per accumulo di acqua piovana all’interno della cava utilizzata in passato dalla fabbrica di ceramiche D’Agostino. Tali depositi, sicuramente sfruttati dagli etruschi di Fratte, ma probabilmente anche in epoche precedenti, vengono ancora utilizzati per la produzione di piastrelle in cotto artigianale dall’azienda De Martino di Rufoli. Anche la vicina cittadina di Vietri sul mare, nota città della ceramica, utilizzava in passato la materia prima proveniente da queste cave: il trasporto sia dell’argilla sia dei prodotti finiti per l’esportazione avvenivano via mare.     

Riferimenti bibliografici

A. De Bonis, Tesi PhD in Petrografia e Petrologia, Università di Catania e di Napoli,    2010 (1)

ISPRA Servizio Geologico, Note illustrative Carta geologica d’Italia, foglio 467 Salerno, 2010 (3)

M. Romito, L’Area Archeologica Etrusco Sannitica di Fratte, Provincia di Salerno – settore Beni Culturali, Salerno 1989 (2)

BOX

L’ARGILLA
Per argilla si intende una roccia sedimentaria composta in quantità variabili da minerali argillosi quali caolinite, illite, clorite, montmorillonite, halloysite, etc. Proprio la percentuale relativa dei minerali argillosi e di quelli utilizzati come additivi smagranti consente agli archeologi di risalire al luogo, talvolta addirittura alla cava, da cui proviene il materiale con cui è stato foggiato un manufatto di ceramica

immagini

Sito archeologico di Fratte

Museo archeologico di Salerno

Cave di argilla di Salerno

Mappa dei siti archeologici in Campania

Foto e mappe dell'autrice

cartarrow-uparrow-right